Pietro Maranesi, Verbum inspiratum. Chiare ermeneutica dell'Hexaemeron di san Bonaventura (Bibliotheca seraphico-capuccina, 51). Roma, Istituto Storico dei Cappuccini, 1996. 24 cm., 430 pp. (€ 26,00)
Nella teologia bonaventuriana esiste una trilogia cristologica, formata dal "Verbum increatum", "Verbum incarnatum" e "Verbum inspiratum" e chiamata da Bonaventura "triplex Verbum", che sembra racchiudere il nucleo fondamentale del suo cristocentrismo. A1 terzo termine, contrariamente ai primi due, non era stato ancora dedicato un ampio ed esclusivo studio. Dal censimento e dall'interpretazione di tutti i passi (quindici in tutto) nei quali ricorre il "Verbum inspiratum" (prima parte, pp. 31-140), sono scaturite due importanti conclusioni. Il termine non si colloca nel contesto pneumatologico - come alcuni hanno ipotizzato -, ma esclusivamente in quello cristologico, costituendo il momento soggettivo della dinamica rivelativa del Verbo increato e incarnato. I testi, inoltre, presentano uno sviluppo cronologico di precisazione teologica che culmina nell'ultima opera di Bonaventura, cioè nell'Hexaemeron, dove al Verbo ispirato è assegnato un ruolo rivelativo di assoluta centralità nella descrizione, in quest'opera, delle tappe che deve percorrere l'uomo per giungere alla pienezza dell'intelligenza: "per Verbum inspiratum omnia revelantur, non enim fit revelatio nisi per Verbum inspiratum" (Hex. III 22). Questa conclusione costituisce la base della seconda parte, incentrata, di conseguenza, esclusivamente sull'Hexaemeron e in particolare sui numeri 22-32 della III collazione, che sono non solamente il testo piú ampio e maturo della teologia del Verbo ispirato, ma anche quello risolutivo nell'organizzazione data alle sue conferenze universitarie. La struttura tripartite del contenuto dei dieci numeri si suddivide in tre sezioni. Dopo una breve analisi, svolta nella I sezione, dei termini "visio intellectualis" e "revelatio" presenti in Hex., III 22-23 (pp. 141-176), l'indagine, nella II sezione (pp. 177-318), analizza ampiamente l'influsso rivelativo del Verbo ispirato sulla conoscenza filosofica, teologica e scritturistica, cioè sulle prime tre visioni/tappe intellettuali delle sei presentate sinteticamente in Hex. III 24-31 e poi sviluppate (solo le prime quattro), nel resto dell'opera. La possibilità di dare uno sguardo globale e riassuntivo alla figura del Verbo ispirato e al suo ruolo nell'Hexaemeron è offerta nella III sezione dall'analisi di Hex. II I 3 2, testo di chiusura dei numeri precedenti. Nel dialogo instaurato da Bonaventura in queste conferenze con la corrente aristotelica eterodossa, e anche con settori gioachimiti antiintellettuali, il Verbo ispirato costituisce la sua "soluzione" per assicurare l'unità del sapere cristiano, ideale messo in questione, per vie contrapposte, dalle due correnti, mentre per il Dottore francescano rappresentava il principio base che sorreggeva la sua visione dell'uomo in cammino verso Dio.